Cistite e cibi da evitare: carne di maiale e e cibi piccanti
Sin dall’età adolescenziale almeno una donna su quattro si trova a fare i conti con la cistite. Si tratta di un disturbo che provoca dolori al basso ventre ma soprattutto è causa di disagio, questo perchè fra i sintomi più invadenti, vi è quello di una costante sensazione di dover urinare, anche se si tratta di quantità ridicole.
Quando si è colpiti da cistite alcuni cibi sono da evitare, o almeno bisogna moderarne il consumo come ad esempio dei dolci e le pietanze cariche di zucchero. Alcuni cibi invece vanno evitati in modo tassativo, fra questi vi sono gli insaccati, come salame e salsicce, la cioccolata, la carne di suino, i cibi piccanti e quindi anche le spezie. Oltre a bandire alcuni cibi è necessario abolire anche il consumo di alcolici ed in particolare dei super alcolici, questo almeno per un breve periodo.
Nell’alimentazione di un individuo colpito da cistite, sono invece consigliati cibi come la pasta ed in in particolare le verdure come la cipolla, i porri, i cavoli, i carciofi e le rape che possono aiutare molto a livello terapeutico contro la cistite.
Fra le norme di comportamento consigliate contro la cistite, vi è quella di bere molta acqua durante la giornata, almeno due litri al giorno. Questa pratica ha due funzioni utili:
1) serve a diluire la carica batterica presente nella vescica
2) è utile per espellere quanti più batteri attraverso la minzione
In presenza di cistite altri cibi da abolire sono gli asparagi, le acciughe, i peperoni e i broccoli. Questo perchè hanno la tendenza ad acidificare le urine. Lo stesso discorso vale per il consumo di bibite gassate, vanno evitate tassativamente.
Normalmente le vie urinarie sono sterili e molto resistenti alla colonizzazione batterica.
Tuttavia, in presenza di particolari fattori predisponenti, può insorgere un’infezione batterica. Con il termine Infezione Urinaria (IVU, UTI) si definisce il rilievo di una presenza di batteri nelle urine in misura uguale o superiore a 100.000 Unità Formanti Colonia (UFC).
Le IVU rappresentano la prima causa d’infezione acquisita in ambiente ospedaliero (40%) e sono al secondo posto nell’attività ambulatoriale dopo le infezioni delle alte vie respiratoria provocando in Italia otto milioni di visite all’anno.
Pur coinvolgendo anche gli uomini, la patologia è molto più frequente nel sesso femminile; l’incidenza aumenta con l’età, anche a causa dell’attività sessuale, ma il problema a volte si manifesta anche nelle ragazze o in età pediatrica.
Perché l’infezione si determini, i germi (nella maggior parte dei casi l’Escherichia coli) devono poter raggiungere l’apparato urinario, essere in grado di moltiplicarsi nell’ambiente e di competere con i meccanismi di difesa presenti. Quando si verificano queste condizioni, possono colonizzare le vie urinarie fino ad arrivare, principalmente attraverso l’uretra, alla vescica.
Le IUV possono interessare le alte vie urinarie (es. pielonefrite) o le basse vie urinarie (es. uretrite, cistite e prostatiti). Tra tutte le infezioni delle vie urinarie l’80% sono costituite da cistiti.
La loro prevenzione e cura deve sempre partire da un’alimentazione corretta e da uno stile di vita adeguato che tenga sotto controllo i fattori predisponenti. Quando, nonostante tutto, si manifesta l’infezione, sarà naturalmente lo specialista a indicare l’adeguata terapia farmacologica o a consigliare trattamenti alternativi a base di opportuni integratori dalla dimostrata proprietà antibatterica, come Melura.